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La Scuola di Alta Formazione del VIS, dopo precedenti iniziative più puntuali e grazie all’impegno personale di Massimo Zortea (progettista didattico e docente), propone regolarmente da ormai un decennio i suoi percorsi formativi sui temi e questioni ambientali applicati alla cooperazione internazionale. Lo scopo è di offrire ai suoi allievi opportunità di approfondimento, specializzazione o aggiornamento sull’argomento generale dello sviluppo sostenibile, con speciale attenzione alla gestione ambientale sostenibile ed alla lotta ai cambiamenti climatici.
Ambiente e clima sono due imprescindibili punti di riferimento per impostare e realizzare qualsiasi percorso di sviluppo anche nei contesti di cooperazione internazionale, ma richiedono competenze specifiche da parte di tutti gli operatori coinvolti negli interventi, in maniera trasversale: la sostenibilità ambientale, e climatica in particola-re, non è più una materia relegata ai soli addetti ai lavori. La Scuola di Alta Formazione del VIS raccoglie la sfida dell’Agenda 2030, entrata ormai nel vivo, e accompagna allievi di varia età e provenienza, per costruire solide conoscenze e capacità anche sul versante ambientale.
Il corso è utile anche a coloro che intendano avviare o rafforzare iniziative di sostenibilità ambientale e climatica in contesti diversi da quelli tradizionali della cooperazione internazionale (ad esempio, in aziende, enti di consulenza o di valutazione, pubbliche amministrazioni, enti di formazione, persino studi professionali, enti del terzo settore in genere, enti della comunicazione). Conoscere e applicare gli strumenti della sostenibilità genera benefici economici e sociali, oltre che ambientali, duraturi.
PERCHÉ FORMARSI O AGGIORNARSI SU AMBIENTE E CLIMA nella progettazione?
Specialmente dopo un biennio di crisi pandemica e grazie all’insolito risalto mediatico dedicato alla COP26 dell’UNFCCC, si registra una maggiore attenzione internazionale all’ambiente e al clima da parte dell’opinione pubblica, degli attori economici, sociali, politici, pubblici e privati, oltre che del mondo della comunicazione. Basti pensare alle reazioni attente dei media e della politica alla pubblicazione di rapporti globali, come ad esempio quelli periodici del IPCC sulla evoluzione dei cambiamenti climatici, l’annuale Global Risks Report del WEF, il Global Environment Outlook 6 (GEO-6) 2019 sullo stato globale dell’ambiente nel pianeta. Ma anche nel pano-rama delle CSO (Civil Society Organisations), e segnatamente di quelle ispirate ai valori della tradizione cristiana, come lo stesso VIS, si riflette sui risvolti etici delle disuguaglianze negli impatti negativi del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici. Emblematico ma non certo isolato è il rapporto Counting the cost 2021: A year of climate breakdown, appena pubblicato da Christian Aid.
I temi ambientali e climatici sono dunque divenuti da tempo una priorità per tutto il complesso sistema della cooperazione internazionale: servono capacità adeguate e programmazione sistematica sia della raccolta/analisi di dati che del cambiamento concreto di condotta.
La crisi ambientale e climatica, divenuta oramai un dato di fatto globale ed evidente anche alle coscienze più scettiche, rappresenta una sfida primaria di natura al tempo stesso geopolitico ed economico, non più mera-mente ecologico. Non a caso, il nuovo orizzonte della sicurezza globale si colloca ormai sempre più nitidamente nella dimensione ambientale-climatica, come testimoniano ad esempio i tragici disastri in Australia nel 2021. La stessa elevata incidenza dei fattori ambientali si ritrova nei fenomeni migratori, dove sempre più studiosi e operatori della cooperazione si confrontano sui legami tra degrado ambientale e cambiamento climatico, con il relativo portato di conflittualità, da un lato, e movimenti migratori, dall’altro.
Occorre prendere atto dell’esistenza di una catena causale biunivoca fra degrado ambientale, cambiamenti cli-matici e povertà multidimensionale (riassumibile nel concetto di Eco-poverty, ampiamente approfondito durante il corso), come del resto fra benessere umano e qualità dell’ambiente. Per invertire questo circolo vizioso occorre inserire, in maniera trasversale e capillare, la specifica considerazione degli impatti ambientali in tutte le politi-che ed interventi di lotta alla povertà e di sviluppo, non solo in quelli a contenuto ambientale specifico. Ad esempio, inserire una tale valorizzazione dell’ambiente anche nei progetti dei settori sanitario, scolastico o produttivo e non soltanto in quelli ambientali tradizionali (cura di aree protette o salvaguardia di specie animali e vegetali).
Questo percorso didattico intende offrire appunto una via seria, moderatamente impegnativa ma alla portata di tutti, per capire come inserire in tutte le iniziative di cooperazione internazionale ma più in generale nelle attività di rilevanza economica o sociale, in maniera trasversale ed intersettoriale, la sostenibilità ambientale e climatica, valorizzando l’ambiente in tutte le sue potenzialità.
La protezione ambientale, l’adattamento ai cambiamenti climatici (e, ove possibile, la mitigazione) non sono sol-tanto una questione di rilevanza scientifica, bensì anche politica. Pertanto, la sostenibilità ambientale e climatica non è un obiettivo per soli specialisti e addetti ai lavori: riguarda tutti e si consegue davvero solo se la cura per l’ambiente si diffonde in ogni luogo, in ogni individuo, in ogni gesto e scelta quotidiani. Il crescente impegno tra-sversale in questo senso da parte delle agenzie governative di cooperazione allo sviluppo e delle CSOs mostra la nuova strada per una cooperazione internazionale “ecofriendly”: si tratta del Environmental Mainstreaming Approach (EMA), che rispetta la natura trasversale delle tematiche ambientali e favorisce l’integrazione dell’ambiente in tutte le sue iniziative di settore, come mezzo per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. Del resto, i contenuti stessi della Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sono impostati con un evidente approccio di mainstreaming ambientale, ovvero di innesto trasversale, pervasivo e coinvolgente dei temi ambientali e clima-tici in tutta la strategia, come verrà approfondito durante il corso.
La sostenibilità ambientale e climatica diventa sempre più a largo raggio materia e opportunità professionale. In tutto il mondo cresce la domanda di sostenibilità e quindi la richiesta di persone capaci di integrare ambiente e clima nella progettualità, che si tratti di sviluppo rurale o di business plan commerciali. Per cogliere questa opportunità, è necessario che gli operatori riqualifichino le loro capacità ed esperienze professionali, arricchendole con solide basi nelle tecniche di mainstreaming ambientale.
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Introduzione al corso
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Materiali didattici
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Video Lezioni
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