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Ambiente e Cambiamenti Climatici nella cooperazione internazionale

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Massimo Zortea
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All’affacciarsi del nuovo decennio 2020-2030, la Scuola di Alta formazione del VIS propone i suoi percorsi formativi dedicati ad ambiente e cooperazione internazionale, per offrire ai suoi allievi opportunità di approfondimento, specializzazione o aggiornamento sul tema generale dello sviluppo sostenibile, dedicando ancora maggior spazio anche ai cambiamenti climatici.

Ambiente e clima sono due imprescindibili punti di riferimento nella costruzione dei percorsi di sviluppo peculiari alla cooperazione internazionale, ma richiedono competenze specifiche in tutti gli operatori, in maniera trasversale: la sostenibilità ambientale e climatica in particolare non è più materia da relegare ai meri addetti ai lavori.

La Scuola di Alta formazione del VIS raccoglie la sfida dell’Agenda 2030, entrata ormai nel vivo, e accompagna allievi di ogni età e provenienza per costruire solide conoscenze e capacità anche sul versante ambientale, attraverso due diversi percorsi strutturati:

– un corso base in lingua italiana, di primo approccio ma ben articolato e idoneo a fornire una preparazione anche operativa per operare in questo campo;

– un corso avanzato in lingua inglese, più specializzante e dedicato a coloro che già possiedono buone conoscenze ed esperienze in materia ma intendono applicarle in maniera concreta.

I corsi sono utili anche a coloro che intendano avviare o rafforzare azioni di sostenibilità ambientale e climatica in contesti diversi da quelli tradizionali della cooperazione internazionale: ad es. in aziende, enti di consulenza o di valutazione, pubbliche amministrazioni, enti di formazione, persino studi professionali, enti del terzo settore in genere.

 

PERCHÉ FORMARSI O AGGIORNARSI SU AMBIENTE E CLIMA?

 

Nonostante minoritarie posizioni a livello governativo, il panorama internazionale vede una crescente attenzione all’ambiente e al clima da parte dell’opinione pubblica, degli attori economici, sociali, politici, pubblici e privati, ma anche dei media. Per la cooperazione internazionale, i temi ambientali e climatici sono diventati da tempo una priorità, come pure la loro soluzione concreta. Basti pensare alle reazioni attente dei media alla pubblicazione del Rapporto IPCC 2018 sulla evoluzione dei cambiamenti climatici o al Global Environment Outlook 6 (GEO-6) 2019 sullo stato globale dell’ambiente nel pianeta.

La crisi ambientale e climatica, divenuta oramai un dato di fatto globale ed evidente anche alle coscienze più scettiche, rappresenta una sfida primaria di carattere al tempo stesso geopolitico ed economico, non più meramente ecologico. Non a caso, il nuovo orizzonte della sicurezza globale si colloca ormai sempre più nitidamente nella dimensione ambientale-climatica, come testimoniano ad es. i tragici eventi in Australia.

Il fatto è che sussiste – e bisogna prendere seriamente atto di – una catena causale biunivoca fra degrado ambientale, cambiamenti climatici e povertà multidimensionale, come del resto fra benessere umano e qualità dell’ambiente. Per invertire questo circolo vizioso, occorre inserire una specifica attenzione ai profili ed impatti ambientali, in maniera trasversale e capillare, in tutte le politiche e gli interventi di lotta alla povertà e di sviluppo, non solo in quelli a contenuto specificamente ambientale. Ad esempio, inserire tale attenzione e valorizzazione dell’ambiente anche nei progetti dei settori sanitario, scolastico o produttivo e non solo in quelli tradizionalmente ambientali, come quelli di cura delle aree protette o di salvaguardia delle specie animali e vegetali.

Questo percorso didattico intende offrire appunto una via seria, moderatamente impegnativa ma alla portata di tutti, per capire come inserire in tutte le iniziative di cooperazione internazionale ma più in generale nelle attività di rilevanza economica o sociale, in maniera trasversale ed intersettoriale, la sostenibilità ambientale e climatica, valorizzando l’ambiente in tutte le potenzialità dei servizi ecosistemici.

La protezione ambientale, l’adattamento ai cambiamenti climatici e, ove possibile la mitigazione, infatti non sono più soltanto una questione di rilevanza scientifica bensì anche politica. Pertanto la sostenibilità ambientale e climatica non è un obiettivo per soli specialisti e addetti ai lavori: riguarda tutti e si consegue davvero solo se la cura per l’ambiente si diffonde in ogni luogo, in ogni individuo, in ogni gesto e scelta quotidiani. Del resto, i contenuti stessi della 2030 Agenda for Sustainable Development sono tutti impostati con un evidente approccio di mainstreaming ambientale, ovvero di innesto trasversale, pervasivo e coinvolgente dei temi ambientali e climatici in tutta la strategia, come verrà approfondito durante il corso.

 

La sostenibilità ambientale e climatica diventa sempre più a largo raggio materia e opportunità professionale. In tutto il mondo cresce la domanda di sostenibilità e quindi la richiesta di persone capaci di integrare ambiente e clima nella progettualità, che si tratti di sviluppo rurale o di business plan commerciali. Ma per cogliere questa opportunità occorre innanzitutto capire se e fino a che punto siamo disposti a riqualificarci: aggiornare, evolvere, modificare le nostre capacità ed esperienze professionali, integrandole con conoscenze ed abilità ambientali e abbandonando prassi o convinzioni superate.

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Massimo Zortea
Massimo è un avvocato e docente universitario. specialista in diritto e politiche dell’ambiente e dell’energia, con lunga esperienza in sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale ambientale. Abilitato alle Giurisdizioni Superiori, è fondatore e socio dello Studio SAFE GREEN (www.safegreen.it). Insegna all’Università di Trento, dove è titolare dei corsi “Sviluppo Sostenibile Internazionale” nonché “Ingegneria per lo Sviluppo Sostenibile Internazionale: metodi e progetto”. Collabora altresì con svariati enti di alta formazione ambientale. Fa parte del Comitato Scientifico della Cattedra UNESCO in Ingegneria per lo Sviluppo Umano e Sostenibile UniTrento. Ha fondato Green VIS (Roma), un gruppo di lavoro che applica il Environmental Mainstreaming Approach nella cooperazione internazionale. È stato coordinatore scientifico della Scuola AFA (Alta Formazione Agroalimentare, Bari). È da oltre trent’anni impegnato in vari enti del Terzo Settore, anche con incari-chi dirigenziali, fra cui quello di consigliere e presidente del VIS. Autore di svariati volumi, paper e articoli in materie ambientali. Fra i suoi libri: Integrazione ambientale nei progetti di sviluppo (FrancoAn-geli 2013), El mainstreaming ambiental en los proyectos de cooperación internacional y desarrollo (Universidad Iberoamericana - Instituto Mora 2016), Riqualificare le cave dismesse in Italia (Wolters Kluwer 2019, della collana Riqualificare: ambiente ed economia circolare, di cui è curatore con P. Fe-lice), Riqualificare le filiere agroalimentari (Wolters Kluwer 2020), Il Condominio Sostenibile, Le quattro dimensioni della rivoluzione verde (Wolters Kluwer 2021). Email: massimo.zortea@unitn.it
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Responsabile della Scuola di Alta Formazione del VIS. Economista di formazione, da più di dieci anni si occupa di Formazione Superiore in Cooperazione allo Sviluppo e insegna presso i diversi corsi di Master in Cooperazione Internazionale appartenenti al Cooperation and Development Network. Email: g.petrina@volint.it

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